È in un sabato di febbraio che il progetto Florentia San Gimignano trova la sua consacrazione. Metti un avversario di lusso come la Juventus. Metti uno stadio intrigante come il Santa Lucia, che trabocca di pubblico e di entusiasmo. Metti un’organizzazione curata fin nei minimi dettagli e una straordinaria connessione con il territorio, che trova il suo compimento nel lungimirante ‘Mercato al Campo’ a chilometri zero. E il gioco è fatto.
La Florentia, nata dalla passione del giovane presidente Tommaso Becagli, si è resa protagonista di una bella storia di calcio. Anzi. ‘La più bella storia del calcio femminile’, come spiega la scritta che campeggia al Santa Lucia. Il club decide, all’inizio di questa stagione e dopo un lungo peregrinare, di trovare la sua casa a San Gimignano.
Tutto si svolge con una rapidità inusuale anche se, come ovvio, con le criticità che comporta ogni obiettivo che voglia bruciare le tappe. Si tratta di una vera e propria scommessa, a dirla tutta. Portare il calcio femminile all’interno di una delle aree paesaggisticamente e storicamente più fascinose della Toscana. Provare a intercettare in loco quel sostegno che solo di recente si sta concretizzando intorno alla versione rosa dello sport più bello del mondo. C’è stato tantissimo da fare, e altrettanto da inventarsi, per rendere concreto l’interesse del territorio intorno a un progetto sulla carta travolgente.
La risposta del contesto era stata eccezionale già nelle partite interne con la Fiorentina (debutto in campionato), con la Roma e con il Milan. Ma il top è stato toccato al Santa Lucia con la Juventus, regina del campionato di serie A femminile. Tutto ha funzionato con sincronismo perfetto. Il risultato finale è stato la (meritata) ciliegina sulla torta. La comunità di San Gimignano si è stretta con grande passione attorno alle sue ragazze in maglia neroverde, portandole al centro di un’attenzione mediatica foriera di importanti sviluppi in ottica futura.
Molto rimane ancora da fare. Nel calcio ciò che conta è mantenere, nel corso degli anni, gli obiettivi programmati a tavolino. Serve il lavoro sotto traccia di un numero incredibile di persone. Sono necessari uno staff e un gruppo di giocatrici funzionali a un’idea (quasi) rivoluzionaria. Occorre, infine, il sostegno del territorio.
E però il buongiorno si vede dal mattino. Il sogno Florentia San Gimignano sembra (è) ormai decollato. Chi potrà interromperlo, se lo spettacolo continuerà a essere interpretato da protagonisti di questa tempra?
Sergio Mutolo