Il portavoce del grande disagio in cui versa il mondo del calcio non professionistico per la mancata messa a punto di un protocollo sanitario adeguato, che non asfissi un comparto già precario dal punto di vista economico e organizzativo, è stato il presidente della Lega Nazionale Dilettanti.
Cosimo Sibilia non l’ha certo mandata a dire: “Dopo il protocollo FIGC per la ripresa e per gli allenamenti del 5 giugno scorso, nonostante i nostri solleciti nelle sedi opportune, non c’è al momento alcuna indicazione ufficiale per lo svolgimento di gare e campionati”.
Mentre il mondo amatoriale è ripartito, assegnando i controlli alle regioni di competenza, il calcio dilettantistico è ancora fermo al palo. Osserva acutamente Sibilia: “Assistiamo al paradosso per cui lo sport amatoriale è ripreso, con la responsabilità demandata alle regioni, e il calcio dilettantistico non sa come e quando ripartire. Serve un protocollo sanitario adeguato e che si arrivi rapidamente ad una soluzione”.
La Serie A femminile, categoria non ancora professionistica si badi bene, è in grande affanno. La partenza del campionato incombe. Giovedì 6 agosto sarà diramato il calendario >>> LEGGI QUI.
La partenza è fissata fra tre settimane, il 22 agosto, ma la questione del protocollo sanitario per le partite è ancora al palo. Alla Serie A Femminile serve un protocollo sanitario conforme al suo modello organizzativo, che ha un’impronta ancora non professionistica anche se molto professionale come è riconosciuto da tutti.
Sarebbe utile (necessaria?) una presa di posizione dei club e della Divisione Femminile guidata da Ludovica Mantovani. E però segnali in questo senso, ancora, non si intravedono. La situazione resta pericolosamente in stallo.