È sempre più arduo raccontare le cronache di una serie A femminile confinata dalla pandemia in una sorta di vacua autoreferenzialità. Quando i tifosi vengono tenuti fuori dagli stadi da una pandemia che non arretra di un centimetro, qualsiasi storia si abbia in mente di scrivere finisce per trasformarsi in una storia impalpabile e triste.
“La felicità porta fortuna” è un film di Mike Leigh (“Happy-Go-Lucky”, 2007), interpretato con leggerezza da una bravissima Sally Hawkins. Il punto di partenza del regista è che, già allora, affrontavamo una vita sempre più grigia.
Per renderla meno pesante sarebbe stato necessario provare a (ri)dipingerla con colori vivaci, sapersi abbandonare a una visione giocosa delle persone e delle cose nelle quali ci imbattiamo. L’approccio tipico della protagonista.
È esattamente quanto dovrebbe accadere intorno a una partita di calcio. Fino a quando però il mondo pallonaro italiano sarà maledettamente condizionato dal Covid-19, non ci sarà via di scampo alla tristezza di fondo che permea ogni partita giocata in un contesto di sospensione delle emozioni che solo uno stadio pieno di tifosi può e sa dare.
Senza una nuova ventata d’allegria, il pallone potrebbe finire per sgonfiarsi. Perché la felicità porta fortuna. Così è sempre stato e sempre sarà. Proprio l’opposto di quanto accade oggi. La speranza è che tutto questo finisca il più presto possibile.