Sul profilo Facebook della Florentia San Gimignano compare oggi un post che enfatizza e valorizza un’idea di calcio al femminile con molte peculiarità. Lo condividiamo con i lettori di Calciopress.
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“Quando siamo venute a San Gimignano avevamo deciso di fare “tutto al contrario”. Quanto il calcio era maschilista, noi volevamo mettere noi stesse, come donne e atlete al centro. Quanto lo scenario erano le grandi metropoli, noi ci siamo immerse nelle campagne. Quanto a dominare era una cultura del risultato, noi ci siamo riconosciute attorno a una cultura dello sforzo per superare i nostri limiti.
Quanto lo stadio diventava sempre di più una cittadella del consumo in cemento, noi siamo venute a giocare in uno stadio-giardino, che è un belvedere naturale sulle nostre torri e le nostre colline.
Ma questo ancora non ci basta.
Per fare tutto al contrario davvero occorre mettere in discussione per prima cosa le nostre abitudini, i nostri automatismi, le nostre credenze.
Veniamo da un calcio dove eravamo costrette a mangiare un panino dopo il lavoro, correndo al campo per allenarci e rientrando a casa a notte fonda. Non c’è niente di quei momenti che rimpiangiamo, perché sono un perfetto simbolo della nostra passione.
Oggi però siamo chiamate a un passaggio importantissimo: le donne nel calcio potranno diventare professioniste, ossia grazie alle nostre lotte ci siamo conquistate il diritto di poter svolgere la nostra attività agonistica in sicurezza e con le garanzie che servono a migliorare come atlete ogni giorno di più.
Giocare a San Gimignano rappresenta la scelta di dipingere una strada molto particolare per arrivare a questo momento.
La ricerca di una sostenibilità con la natura che abbiamo attorno, di un legame forte con la comunità, di una rottura con l’idea che il corpo di una sportiva sia l‘oggetto e non il soggetto di uno show”.