Il campionato di Serie A Femminile non è ancora ufficialmente concluso. Si gioca, fra oggi e domani, l’ultima giornata di un torneo infinito (è durato oltre dieci mesi!). Il verdetto che riguarda la retrocessione in Serie B non è stato ancora emesso. La discesa in cadetteria si deciderà sul filo di lana fra il Napoli Femminile di mister Pistolesi e la San Marino Academy del tecnico Conte (autore, a prescindere, di un vero e proprio miracolo calcistico).
Come sempre, il calciomercato è partito in anticipo di alcune settimane. Si registrano poche conferme in panchina, in primis quella di Piovani nel Sassuolo Femminile, accanto a partenze eccellenti (Rita Guarino lascia la Juventus Women, dopo quattro anni di successi strabordanti, per approdare forse alla guida della Nazionale Azzurra al posto di Milena Bertolini).
Per il resto è tutto in fieri, anche se molte notizie sono di fatto ufficializzate (Roberto Castorina, tecnico della Primavera neroverde delle meraviglie, prenderà il posto di Stefano Carobbi alla guida della Florentia San Gimignano).
Anche le rose subiranno, in molti casi, mutamenti radicali. Si arricchisce di giorno in giorno il numero delle giocatrici date sul piede di partenza. Le indiscrezioni, alle quali si fatica a tenere dietro, fanno il paio con le rare ufficializzazioni.
Si mollano di punto in bianco progetti sposati senza se e senza ma che si rivelano, alla resa dei conti, effimeri connubi dettati dal caso. È tempo di strade che si dividono. Il fascino dei grandi club prevale, sempre e comunque, anche nel femminile. La carriera resta la stella polare. Il colore delle maglie conta il giusto. Le bandiere non esistono (quasi) più.
Anche nel femminile, dunque, si moltiplicano le storie di giocatrici che decidono di cambiare. Si lasceranno cingere il collo dalla sciarpa con i colori di un club che, fino a qualche settimana prima, era stato l’avversario da combattere e da battere.
In un mondo inesorabilmente dominato dal business, quale si avvia a diventare anche quello di una Serie A femminile ormai in odore di professionismo, certi comportamenti virtuosi non possono essere certo pretesi da ragazze la cui carriera è breve e precaria. Si sceglie sempre più con la testa e sempre meno con il cuore.
Ciò che conta, va detto, è dare sempre il massimo in campo per la società con la quale si sta giocando. Quando – nonostante una permanenza breve – si riesce comunque a conquistare il cuore di (provvisori) tifosi fino a lasciarsi dietro una scia di rimpianto, si sarà ampiamente fatto il proprio dovere.
Il calcio resta però un gioco, oltre che un lavoro. Anche per questo dovremmo a tutti i costi salvaguardare uno sport che ancora riesce a emozionarci, regalando momenti magici. È solo grazie alle giocatrici, che indossano più o meno temporaneamente i colori di un club, che questo miracolo si ripete anno dopo anno. Senza di loro, tutto resterebbe scritto nel libro dei sogni.
Alla fine, poco importa. Il vero tifoso lo sa bene. Tutto passa. Tutto è provvisorio. Solo le maglie restano, sempre e comunque, nella mente e nel cuore. Adelante, siempre!