Il calcio femminile dovrebbe cominciare a porsi alcune domande e darsi altrettante risposte. Il passaggio al professionismo della Serie A Femminile rappresenta l’occasione imperdibile per interrogarsi sul futuro dell’intero movimento ovvero sulla propria duratura collocazione all’interno del sistema.
Per quali ragioni si diventa tifosi di una squadra di calcio? Perché si rimane legati al club che si è scelto di amare fin da piccoli per tutta una vita intera? Perché nasce e lievita il senso identitario dell’appartenenza?
Le ragioni della simbiosi che legano il tifoso con la propria squadra del cuore sono per alcuni assai misteriose. In tanti hanno cercato di spiegarle, a quanti considerano (ancora) il calcio uno stupido gioco finalizzato a inseguire un pallone su un prato verde. E non, piuttosto, un importante fenomeno sociale la cui forza sta nella trasversalità delle passioni che riesce a generare. A prescindere dal ceto di provenienza
L’autorevolezza di quanti si sono impegnati in questo compito, un elenco che si allunga di anno in anno e comprende nomi prestigiosi, rende conto della difficoltà del compito. Il fatto è che il calcio resta, nella sua sostanza, una magia. Come accade per ogni sortilegio, non ci si può limitare a darne mere interpretazioni. Bisogna viverlo. Anzi, saperlo vivere.
Se la Serie A Femminile vuole costruirsi prospettive sostenibili nel tempo, dovrà certamente fondarsi su una solidità economica di base. In carenza, ogni ipotesi di futuro compatibile sarebbe destinata a frantumarsi in malo modo.
E però deve, nel contempo, riportare i tifosi al centro del sistema. I tifosi sono l’architrave su cui tutto poggia. Rappresentano la vera continuità di questo sport bellissimo. Il territorio è l’alimento di cui si nutre il calcio per sopravvivere ai periodi bui e che ne perpetua la magia.
Senza solidi e appropriati legami con il territorio, nessun guado potrà essere attraversato dal sistema calcio femminile. Nessuna “grande storia del club” potrà davvero essere scritta in versione esclusivamente rosa.