Al termine della partita con l’Hellas Verona, giocata all’interno di un Santa Lucia paurosamente deserto per la chiusura al pubblico degli stadi della Serie A Femminile causa pandemia, è apparso sul profilo Facebook ufficiale della Florentia San Gimignano un post assai significativo.
La foto di accompagnamento basterebbe, da sola, a spiegare tutto e di più. E però vorremo condividerne anche il testo con i lettori di Calciopress, appassionati a prescindere di un calcio femminile in grande crescita.
È fondamentale che il movimento inneschi un cambiamento di genere sul territorio. È decisivo che i tifosi si sentano rappresentati da un club femminile. È la forza etica di questo sport bellissimo e ne incardina il ruolo sociale. La strada è aperta.
“L’avventura del nostro Club ha senso solo se riesce a trasformare ciò che esiste.
Queste foto ci emozionano, perché raccontano di una barriera che è stata abbattuta.
Questi ragazzi a cavalcioni sul muretto che si sentono rappresentati da una squadra femminile di calcio sono una finestra su un mondo futuro, dove i rapporti tra gli esseri umani non saranno condizionati da stereotipi di genere, colore e provenienza.
È un lavoro quotidiano, una militanza, che si svolge per la gran parte del tempo lontano dai riflettori.
Noi crediamo in uno sport che sia forza di cambiamento”.
“L’appartenenza / non è lo sforzo di un civile stare insieme / non è il conforto di un normale voler bene / l’appartenenza è avere gli altri dentro di sé. / L’appartenenza / non è un insieme casuale di persone / non è il consenso a un’apparente aggregazione / l’appartenenza è avere gli altri dentro di sé” (Giorgio Gaber, “Canzone dell’appartenenza”, 1994).