Serie A Femminile, un calcio che ha bisogno di ‘storie’

Eduardo Galeano è l’autore di uno dei libri più belli mai scritti per spiegare il mondo del pallone. “Splendori e miserie del gioco del calcio”, pubblicato nel 1997, è una specie di Bibbia per quanti vogliano capire e spiegare come si snoda la ricerca della felicità quando si parla di questo sport che resta bellissimo.

Come ha scritto Galeano “per quanto i tecnocrati lo programmino perfino nei minimi dettagli, per quanto i potenti lo manipolino, il calcio continua a voler essere l’arte dell’imprevisto. Dove meno te l’aspetti salta fuori l’impossibile, il nano impartisce una lezione al gigante, un nero allampanato e sbilenco fa diventare scemo l’atleta scolpito in Grecia”.

È la magia del football. Un giornalista chiese a Dorothee Solle come spiegare a un bambino che cos’è la felicità. La teologa tedesca rispose: “Non glielo spiegherei, gli darei un pallone per farlo giocare”.

Di storie da raccontare il calcio femminile ne ha sempre avute a iosa (nella foto, il Brescia Calcio Femminile – stagione 2010-11). Per dirla con Eduardo Galeano, ha messo in pratica da sempre l’arte dell’imprevisto. È stato per anni un filone inesauribile, anche se misconosciuto alla massa degli sportivi.

Ora che Serie A si avvia verso il professionismo, c’è un bisogno sempre più intenso di ‘storie’. C’è da catturare quell’interesse mediatico che ancora stenta a prendere il volo. Ci sono tifoserie da raccogliere attorno a un progetto lungimirante. C’è, infine, da accompagnare il definitivo decollo di quel sogno che legioni di ragazze hanno contribuito a scrivere sfangando sui campi di calcio di tutta Italia.

Sta agli addetti ai lavori fare la loro parte, anche in questo. Cercare e diffondere ‘storie’ cariche di attualità e di contenuti, capaci di catalizzare un interesse crescente attorno al movimento calcistico femminile.

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