La Serie A Femminile, l’ala dilettantistica e il suo capitale umano

palla in rete

Mentre la Serie A è lanciata verso il professionismo risulta ormai chiaro che le due ali del movimento della Divisione Calcio Femminile, guidata da Ludovica Mantovani, non sono riuscite e non riusciranno a integrarsi.

Una criticità di fondo del sistema, che lascia spazio a qualche riflessione e suscita qualche rammarico.

➡️ Che fine farà l’anima dilettantistica, ormai ridotta ai minimi termini? Il capitale umano, dal quale tutto è partito, andrà disperso?

➡️ La componente dilettantistica si è costruita nel tempo grazie a un mix fatto di passione, capacità, competenze, conoscenze, abilità professionali e relazionali. Un patrimonio cruciale, sostenuto anche dagli stretti legami intessuti con il territorio.

➡️ Il capitale umano che la sottende ha un valore immateriale non misurabile con metodi scientifici. Di sicuro, però, ha a che vedere con la qualità delle prestazioni. Ne qualifica le potenzialità. Influenza i risultati a medio-lungo termine.

➡️ Un plusvalore che dovrebbe essere fatto proprio dall’ala professionistica, al fine di assicurare stabilità e sostenibilità al (difficile) attraversamento del guado al quale si appresta la Serie A Femminile.

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