Serie A e Serie B femminili: due campionati in silenzio mediatico?

✳️ Nonostante la svolta professionistica, le notizie sul calcio femminile sono sempre ridotte ai minimi termini, sia a livello di Divisione sia sui mezzi di comunicazione di massa (più  meno influenti). Eppure stiamo parlando di campionati (Serie A e Serie B) rappresentativi di piazze importanti. La sostanziale indifferenza dei media nazionali riduce i canali informativi a (rari) siti online dedicati e non tutti di buon livello. Troppo poco, davvero troppo poco, in termini prospettici

✳️  E così il movimento non riesce ancora a decollare né, tanto meno, a ritagliarsi un suo spazio nell’immaginario collettivo. Rimane un prodotto di nicchia. Per la massima serie nazionale femminile, il rischio incombente è diventare il mero sottoprodotto del corrispettivo maschile.

✳️ Servirebbe un po’ di inventiva, condita da quel filo di follia che occorre sempre mettere in campo quando si punta a obiettivi complicati, per trainare la Serie A Femminile verso uno status di tipo professionistico che non si riduca a una ripulitura di facciata.

✳️ Gli addetti ai lavori dovrebbero avviare in tempo utile, anzi da subito, progetti e iniziative – anche e soprattutto in ambito comunicativo – conformi alla svolta epocale in atto. Sarebbe doveroso porsi interrogativi coerenti, per dare soluzione alle molteplici criticità da affrontare e risolvere.

✳️ Perché il modo più semplice, efficace e (quasi) infallibile per trovare buone risposte è proprio quello di porsi buone domande. O no?

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