Alzi la mano chi non ha amato la Nazionale di Milena Bertolini per l’entusiasmo suscitato al Mondiale di Francia. Chi non l’ha ritenuta il ‘faro’ e l’ispirazione di tutto quanto di bello è successo dopo nel movimento. Chi non ha riconosciuto, nella grande empatia trasmessa dalle Azzurre, il traino per la transizione al professionismo della Serie A.
Meriti indiscutibili dei quali tutti sono infinitamente grati, ma che di sicuro non possono spingere a giustificare le molte (troppe) delusioni che sta offrendo a cascata ‘questa’ Nazionale.
I recenti insuccessi in amichevole contro squadre di livello decisamente inferiore (quali sono Austria e Irlanda del Nord), non limitati al risultato ma estesi a tattiche e dinamiche di gioco quanto meno discutibili, certificano che sarebbe (è) arrivato il momento di provare a tirare una linea.
Inutile nascondersi dietro a un dito. L’eliminazione della Nazionale Femminile nella fase a gironi dell’Europeo è stata una delusione cocente. Avrebbe dovuto avviare, da subito, una fase di ripensamento che non c’è stata né si è tanto meno intravista. Tutto è continuato esattamente come prima. Compresi gli strascichi che si sta trascinando dietro.
Nulla da ridire sull’impegno delle giocatrici sulle quali ha puntato la ct nella nuova avventura, che dovrebbe portare al Mondiale un’Italia scevra dalle (oggettive e gravi) criticità che hanno compromesso l’esito dell’Europeo.
Alcune di queste atlete però, e anche in questo caso è inutile continuare a far finta di niente, sono a fine ciclo in chiave azzurra. Il cambio continuo di moduli e formazioni e l’assenza di uno schema di gioco preordinato, non le ha sicuramente aiutate a restare a galla. Sono fatti e circostanze che puntano l’indice sulla responsabile tecnica delle singole scelte fatte fin qui.
Con il passaggio al professionismo il ruolo apicale della Nazionale, che passa attraverso i risultati ottenuti sul campo, diventa ineludibile per l’effettiva crescita e per la sostenibilità futura del movimento.
Fino a quando potrà essere consentita la realtà che si va sempre più materializzando? Ovvero che al Mondiale si arrivi con una Nazionale spompata e impreparata a reggere l’urto? E soprattutto, qual è il progetto che ha in testa la ct Milena Bertolini per invertire questa tendenza?
👉🏾 Il silenzio che è già calato sulle criticità della Nazionale Femminile è un rischio che il sistema non può e non deve permettersi.