In un momento difficile per il calcio femminile, per sovrappiù dopo il tanto sospirato passaggio al professionismo, i successi delle nostre Nazionali sarebbero di grande aiuto. Un traino per affrontare scelte a medio-lungo termine ormai ineludibili.
Quando si parla di Nazionale non bisognerebbe mai usare il singolare ma il plurale, ovvero Nazionali.
Se è vero che l’apice delle rappresentative azzurre è quella oggi affidata – dopo il flop Mondiale e le dimissioni di Milena Bertolini – all’inedita coppia formata da Andrea Soncin e Viviana Schiavi, le altre non sono certo da meno in termini di importanza e di rilevanza prospettica per la crescita dell’intero movimento.
La Under 23 di Nazzarena Grilli, la Under 19 di Selena Mazantini, la Under 17 di Jacopo Leandri e la Under 16 che dovrà trovare un altro tutor dopo il passaggio di Viviana Schiavia alla Nazionale maggiore rappresentano la vera fucina di tutto il movimento. Il bacino dal quale chi è alla guida delle Azzurre potrà (dovrà) pescare nel futuro prossimo venturo.
In un momento molto buio del calcio femminile, sopraggiunto per sovrappiù dopo il tanto sospirato passaggio al professionismo, i successi delle nostre Nazionali sarebbero di grande aiuto. Un traino per affrontare scelte a medio-lungo termine ormai ineludibili.
Non fosse altro che per questa ragione, andrebbero tenute nel centro del mirino mediatico dalla prima all’ultima, portate all’attenzione generale per far entrare finalmente il calcio femminile nell’immaginario collettivo e sostenute da una Figc che si è fin qui dimostrata poco adeguata al compito..