La ragazza gioca (molto) bene, teniamola a mente: Gaia Lonati, una classe 2004 di grande prospettiva

La cosa ci inorgoglisce, e non poco.

In due occasioni Calciopress – sempre alla ricerca di “storie” del calcio femminile – ha messo nel centro del mirino Gaia Lonati, giovane e forte attaccante del Cesena. La prima è stata dedicandole la copertina della 8a giornata del campionato di Serie B Femminile 👉🏽 leggi. La seconda focalizzandone le qualità partendo dalla giornata particolare vissuta in occasione della vittoria esterna a Roma con la Lazio 👉🏽 leggi.

Constatare oggi che il portale della Figc le dedica la copertina di presentazione della 9a del campionato cadetto è la conferma che ci avevamo visto giusto nel sostenere che si tratta di un profilo (forse) troppo trascurato a certi livelli. Per questa ragione ci sentiamo in dovere di condividere alcuni brani del pezzo comparso sul sito istituzionale

➡️ Sergio Mutolo

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In realtà a un gol preferisco sempre un assist“. Gaia Lonati da Botticino (Brescia) lo dice pochi giorni dopo aver calciato sotto la traversa il pallone che ha chiuso Lazio-Cesena, regalando alla squadra di Conte il primato, in compagnia proprio della Lazio e della Ternana.

Quando segni, vengono tutte ad abbracciarti e l’emozione è indescrivibile – racconta -. Quando invece fai un assist, la gioia è un’emozione condivisa“. Talmente condivisa, con tutta la squadra, che la colonna sonora nel viaggio di ritorno in pullman (con tanto di ‘tracce’ social sui profili social del club) è diventata “Romagna mia”, cantata a squarciagola anche da chi non è nata nella terra di Pantani, pure lui rappresentato nel feed Instagram del Cesena con la sua storica bandana.

Quando la canto, è come se mi sentissi una di loro – dice Gaia, classe 2004 -. Quando sono arrivata qui, non avevo nessuna aspettativa: anzi, ero anche spaventata nell’andare via di casa per la prima volta. Eppure è come se anche questa fosse diventata casa mia“.

Anche ai tempi del Chievo o dell’Inter (club, quest’ultimo, che detiene il suo cartellino), infatti, Lonati faceva base nella provincia bresciana, dove ha iniziato a dare i primi calci al pallone.

Dal vivere con i miei genitori, sono passata a condividere l’appartamento con cinque compagne di squadra – spiega -. Dal punto di vista personale, questa esperienza mi sta facendo maturare molto: non avendo l’aiuto dei miei genitori, devo abituarmi a nuove condizioni di vita. Cosa mi manca più di tutto? Oltre alla famiglia e agli amici, il letto matrimoniale: si dormiva larghi…”.

La giornata è quella standard delle giovani atlete: Gaia, diploma di ragioneria in mano, ha scelto di frequentare la facoltà di Scienze Motorie. La mattina si studia, la sera ci si allena “con un gruppo di ragazze giovani ma determinatissime. Non so come andrà la nostra stagione – ammette -, ma si è creato un ambiente davvero bello”.

Una fortuna Gaia ce l’ha: aver condiviso lo spogliatoio, ai tempi delle giovanili dell’Inter, con il miglior talento italiano, Giulia Dragoni. “A 14 anni giocava già con ragazze più grandi di lei di tre o quattro anni. Si diceva fosse troppo piccola per giocare in Primavera, ma ci mise poco a far vedere di essere troppo più forte delle altre. Ha un talento incredibile e una dedizione al lavoro impressionante. Ha aperto una strada a tutto il movimento italiano, per ogni giovane deve essere un’ispirazione“.

Dragoni ha lasciato Milano ed è volata a Barcellona: sotto la maglia del Cesena, invece, Lonati ha ancora quella nerazzurra. “Sono molto oggettiva con me stessa – confessa -. Ero io la prima convinta a non essere pronta. Piuttosto che stare in prima squadra a non giocare, ho preferito lanciarmi e andare in prestito. Il passaggio dalla Primavera dell’Inter a quella del Brescia è stato difficile, ma ho ripreso tutto in mano e la chiamata in prima squadra è venuta quasi naturale. Dipende come ci si approccia: se si vive un prestito come una punizione, il rischio è quello di perdere l’autostima. Ecco, a me è successo esattamente il contrario“.

Fonte testo e foto: Figc Femminile

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