Calcio e nuvole, quando la Serie A Femminile decide di affidarsi per altri tre lunghi anni alla tutela della Figc

“La vita è un brivido che vola via,
è tutta un equilibrio sopra la follia”
(Vasco Rossi)

Federica Cappelletti è intervenuta a ‘Women4Football’. L’incontro, promosso da Associazione Italiana Calciatori e Associazione Italiana Allenatori con l’obiettivo di approfondire la specificità dell’attività sportiva al femminile, si è tenuto al Talent Garden Studios di Milano.

Nella sua qualità di presidente in carica della Divisione Professionistica Serie A femminile, ha dichiarato testualmente: “La crescita che stiamo vivendo in questi due anni di professionismo ha generato un aumento dei ricavi audio-televisivi di quasi il 70%. Non sono numeri che possono rendere sostenibile il sistema, anche perché contestualmente i club hanno dovuto fare i conti con un aumento dei costi. Grazie alla FIGC continueremo ad accompagnare le società: pochi giorni fa è stato spostato il focus della realizzazione della Lega di Serie A Femminile e ➡️ per i prossimi tre anni proseguiremo il nostro lavoro all’interno della Federazione per rendere il sistema più dinamico e sostenibile”.

L’ipotesi di una Lega Professionistica Femminile, da molti addetti ai lavori caldeggiata come (decisivo?) impulso a una vera crescita della piramide del calcio femminile italiano nella sua interezza, sembra dunque allontanarsi. Salvo prova contraria, i tempi di una reale autonomia decisionale e propositiva della serie A femminile si allungano, e non di poco.

Il calcio femminile, per lievitare in un arco di tempo sostenibile prima di inaridirsi per l’ennesima volta nella sua storia, avrebbe bisogno di scelte coraggiose che ancora non si vedono in fondo al tunnel.

Servirebbero idee, condite da quel filo di follia in carenza del quale ogni progetto è destinato a impantanarsi, come ci insegna l’analisi delle grandi innovazioni. Manca, lasciatecelo dire, ogni traccia di immaginazione.

E penso ai tanti progetti lasciati naufragare in epoche anche recenti (come quello della Florentia San Gimignano, realtà della quale sono stato personalmente uno dei protagonisti).

Decidere di restare per così tanto tempo sotto la  tutela di una Figc  a sua volta problematica. oltre che assillata da molte e critiche questioni che attengono al calcio maschile, è davvero la scelta migliore possibile che si potesse fare?

Questa è la domanda. Ai posteri l’ardua sentenza.

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