Il calcio femminile non attraversa un buon momento. Il sistema risente in modo negativo dello stop di cento giorni legato all’emergenza coronavirus. La maggior parte delle giocatrici non si è allenata in modo corretto, durante questo lungo periodo di tempo. Alla ripresa, il rischio di infortuni in fase di riatletizzazione è molto elevato.
Molte polemiche sono scaturite dalla decisione di sospendere il campionato di serie A femminile, in conseguenza delle molte criticità che avrebbe comportato una ripresa del torneo (interrotto a sei giornate dalla fine e con la Coppa Italia ancora da assegnare).
Carolina Morace è stata particolarmente attiva nel difendere la scelta di chiudere tutto e di attrezzare il movimento per una ripresa delle attività agonistiche più sostenibile e meglio compatibile con il carattere professionistico, solo sulla carta, quanto meno dei club iscritti alla Serie A femminile.
Le riflessioni più recenti sono state affidate al suo profilo Facebook. Una breve sintesi, in cinque punti, del punto di vista del tutto condivisibile di una persona che conosce questo movimento come le sue tasche.
- Non riprendere il campionato femminile NON è una occasione persa. L’occasione persa è il non intervenire nel calcio femminile come è stato fatto in Europa.
- Invece di addossare la responsabilità della non ripresa alle giocatrici, va ricordato che i medici dei club femminili erano contrari.
- Guardiamo cosa succede in Europa (ndr: in Italia lo stanziamento previsto per la serie A dal “fondo salva calcio era di 700mila euro in totale per le 12 società iscritte alla massima serie nazionale):
- La Federcalcio tedesca ha stanziato 700 mila euro a squadra per società femminili e 300 mila per quelle che hanno anche la maschile.
- La Francia ha stanziato 10 milioni di euro per il calcio femminile.
- La Spagna per la Serie A e B femminili ha destinato rispettivamente 500 mila e 100 mila euro a club.
- Progetti, servono progetti.
- Per quanto riguarda la Nazionale, è il momento ideale per fare i raduni >>> LEGGI QUI.
Ci sembrano riflessioni molto pacate. Proposte fattibili. La base di partenza per una discussione serena sul futuro del calcio femminile. E, in particolare, di un campionato di serie A attualmente in sofferenza.
Una rapida riorganizzazione della Nazionale, infine, è il presupposto per rilanciare il sistema. L’Italia di Milena Bertolini è, allo stato delle cose, il vero traino del movimento femminile. La qualificazione delle Azzurre al campionato Europeo diventa una questione di vitale importanza e potrebbe rappresentare la chiave di volta di molte decisioni.