Crediamo che non esistono dubbi sul fatto che i vivai rappresenteranno il pilastro sul quale poggerà la (complessa) costruzione di un futuro sostenibile per il sistema calcio femminile.
La crisi economica innescata dalla pandemia, che sta travolgendo la stessa massima serie nazionale maschile, farà saltare molti schemi economici ormai decotti. Aprirà di fatto la strada a progetti che non potranno che essere compatibili con il quadro finanziario generale >>>“Serie A Femminile e cultura dei vivai”.
In particolare, il passaggio dallo status dilettantistico a quello professionistico della Serie A Femminile renderà del tutto ineludibile il potenziamento dei settori giovanili >>>“Serie A Femminile e ruolo dei settori giovanili”.
La visione sociale del calcio, inteso come virtuosa integrazione del club con il territorio in tutte le sue espressioni, troverà appiglio nel ruolo attribuito alla meglio gioventù del contesto di riferimento.
Solo iniziative volte in questa direzione potranno rendere possibile il ricambio generazionale dei tifosi, messi a dura prova dal disincanto che sta travolgendo un mondo pallonaro finito nelle mani del business.
Sarà cruciale, in questo senso, l’impostazione progettuale affidata al nuovo Consiglio Direttivo della Divisione Calcio Femminile (al cui interno è stata rinnovata la carica di presidente a Ludovica Mantovani), coordinato dal presidente della Figc Gabriele Gravina (grande innovatore fin dai tempi in cui era il numero uno della Lega Pro) >>>“Divisione Calcio Femminile, c’è una mission da portare a termine”.
Si tratta di riuscire a fondere l’anima professionistica del sistema con l’anima dilettantistica che ha costruito la storia del calcio femminile e non può essere cancellata con un colpo di spugna.
È con questa visione che ci dobbiamo preparare ad assistere alle fasi finali del Campionato Primavera Femminile. Final Eight e Final Four meriterebbero (meritano) tutta l’attenzione mediatica possibile. Sono, per il movimento, la finestra aperta verso il futuro.