Quando l’estate scorsa Sofia Cantore approdò alla Florentia, in prestito dalla Juventus Women grazie ai buoni uffici del direttore generale Stefano Braghin, era reduce da una stagione giocata in chiaroscuro con la maglia dell’Hellas Verona Women. Più in scuro che in chiaro, per essere del tutto sinceri.
A San Gimignano ha presto trovato la strada per imboccare quel percorso di maturazione professionale e umana che appare, oggi, di lampante evidenza. Le grandi giocate e le nove reti segnate con la maglia neroverde della Florentia (nella foto) resteranno un ricordo magico, in questo angolo speciale della Toscana che ha vissuto (per poco tempo) l’emozione della Serie A Femminile.
Una stagione che le ha fatto guadagnare la piena fiducia in se stessa, l’apprezzamento incondizionato degli addetti ai lavori, un credito professionale adeguato al suo indiscutibile valore calcistico e – dulcis in fundo – la maglia azzurra della Nazionale di Milena Bertolini. Tanta roba.
Nessuna sorpresa, guardando a ritroso il suo vissuto calcistico. A partire da quando, nel 2013, debuttò giovanissima con la maglia di un club storico come il FiammaMonza. Encomiabile il suo curriculum nelle Nazionali Giovanili (9 partite giocate e 10 reti segnate) fra Under 17 e Under 19.
Non a caso il tecnico della Florentia Stefano Carobbi, uno che di calcio ne ha masticato e ne mastica parecchio, nel corso di un’intervista radiofonica rilasciata a TuttoCalcioFemminile su TMW l’ha definita una “predestinata”. Un termine che non poteva essere più azzeccato, oltre che di buon auspicio.
Il passaggio da una maglia neroverde all’altra – quella del Sassuolo Femminile di mister Gianpiero Piovani – potrebbe segnare l’apoteosi del suo innato talento. Coltivato, nel campionato giocato a San Gimignano, dal lavoro appassionato di uno staff tecnico motivato e da un contesto ambientale che non avrebbe potuto essere più rasserenante.