Sorprende la piega che hanno preso certi eventi con il passaggio al professionismo della Serie A Femminile. Un passo deciso dalla Figc di Gabriele Gravina e dalla Divisione Calcio Femminile di Ludovica Mantovani. Forse, e ribadiamo forse, con una fretta eccessiva.
Sorprende che, anzichè di una ‘baraonda’ di progetti (che viceversa latitano), non si faccia altro che parlare di cessione dei titoli sportivi e amenità similari. Una prassi piuttosto deludente, per gli addetti ai lavori più attenti a un certo tipo di dinamiche che avrebbero a che fare con la sopravvivenza nel tempo del prodotto. Non era questo l’obiettivo prioritario?
Sorprende che sia stato dato il via libera alla cessione del titolo sportivo dall’Empoli (club professionistico) al Parma (altro club professionistico), quando molti (tutti?) ritenevano che un tale tipo di procedura fosse ostato dalle Noif. Non sarebbe opportuno che qualcuno fornisse delle spiegazioni sul punto?
Sorprende il fatto che non ci sia stato alcun tipo di reazione da parte del Napoli Femminile, terzo interessato, che avrebbe potuto (dovuto?) essere ripescato al posto dell’Empoli Ladies in caso di rinuncia all’iscrizione (più volte ribadita dalla famiglia Corsi).
Sorprende di doversi ancora sorprendere. Quando, all’opposto, il professionismo le sorprese dovrebbe per sua natura dissolverle. Diversamente, ma che razza di professionismo è?