“Anche grazie a eBay, questa sarà la stagione della definitiva consacrazione della Serie A femminile professionistica. Come FIGC, stiamo investendo risorse e professionalità che, sono sicuro, produrranno gli effetti auspicati”
(Gabriele Gravina, presidente Figc)
Non sappiamo come finirà la telenovela sulla sostituzione di Milena Bertolini alla guida della Nazionale Femminile.
Quello che sappiamo è che la Figc ha impiegato una manciata di ore per insediare Luciano Spalletti al posto di Roberto Mancini.
Quello che sappiamo è che c’è stato un (lungo) anno di tempo per trovare un nome spendibile per la Nazionale femminile, perché era da così tanto che la ex ct aveva manifestato la sua intenzione di lasciare dopo il Mondiale.
Quello che sappiamo è che, a due settimane dall’esordio con la Svizzera in Nations League, agli occhi istituzionali della Figc (che dovrebbero essere super partes) le maglie azzurre della Nazionale femminile hanno con tutta evidenza un che di ‘stinto’ rispetto a quelle del corrispettivo maschile.
Quello che sappiamo è che le parole se le porta il vento, come cantava Bob Dylan.
Certo abbiamo il pelo sullo stomaco, ma è un rospo difficile da mandare giù. Le ragazze del movimento femminile non meritavano e non meritano questo tipo di discriminazioni.
“Una persona vale quanto la sua parola”