La Nazionale Femminile, il flop Mondiale e il ‘fattore tempo’: il ct Soncin e la vice Schiavi messi di fronte a una decisione che è anche coraggiosa

Il fattore tempo rappresenta un elemento fondamentale nella gestione delle vicende umane. Occorre tempo per definire le scelte, l’analisi dei cambiamenti, l’implementazione dei progetti e dei cambiamenti operativi, il reperimento delle risorse.

Il fattore tempo è cruciale, quando si parla di calcio. Uno sport che va di corsa, che richiede risoluzioni rapide, che è fatto di discese ardite e di risalite da governare con il miglior criterio possibile.

Il fattore tempo ha giocato e sta giocando un ruolo significativo nelle vicende della Nazionale, reduce dal clamoroso flop del Mondiale. Le polemiche a caldo,  alimentate (avventatamente?) anche da alcuni protagonisti del disastro, non hanno certo giovato a riportare un minimo di serenità nell’ambiente.

Il fattore tempo, infine, non è stato tenuto in nessuna considerazione dalla Figc di Gabriele Gravina. Si sapeva da quasi un anno che Milena Bertolini avrebbe lasciato dopo il Mondiale, eppure si è tergiversato senza arrivare a niente di niente. Le decisioni sono state prese all’ultimo tuffo. Un elemento che avvalora i dubbi sulla possibile ‘ripresa’ a breve termina della Nazionale e sulla crescita del movimento di cui le Azzurre rappresentano l’apice.

Sotto questo aspetto, la decisione di Andrea Soncin e di Viviana Schiavi di prendere in mano una patata bollente di cui in tanti si sono rapidamente liberati facendo trascorrere inesorabilmente il tempo, appare financo coraggiosa.

Qualcuno doveva pur raccoglierla, questa patata bollente, e farla raffreddare. In questa prospettiva l’auspicio è che riescano a compensarsi l’inesperienza nel femminile del ct Soncin e la grande esperienza nel settore della sua vice Schiavi. Chiunque voglia bene alla Nazionale e al calcio femminile non può che augurarselo.

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