La serie B a 16 squadre è stata un campionato appassionante come pochi Il campionato di Serie B Femminile: la ‘grande bellezza’. E però resta in un limbo, sotto l’aspetto normativo.
Al momento dipende dalla Divisione Calcio Femminile guidata da Ludovica Mantovani il cui futuro è a sua volta incerto, dal momento che sarà insediata dal 1 luglio la Divisione Professionistica della Serie A Femminile.
Dopo la promozione diretta in A del Napoli e dopo che la Lazio ha perso lo spareggio con il Pomigliano, si resta in attesa di definire quale sarà la sedicesima squadra del torneo cadetto. Il Chievo Verona e il Cittadella hanno deciso infatti di fondersi, liberando una piazza. A prescindere dalla prescelta. si sa già che l’anno prossimo la partecipazione al campionato cadetto sarà molto qualificata.
Sono retrocesse in C Apulia Trani, Trento e Tavagnacco. Hanno fatto il percorso inverso Bologna, Pavia e Res Roma. Un format di tutto rispetto, sia dal punto di vista quantitativo sia qualitativo.
Per queste ragioni ci sembra fondamentale assumere, al più presto, decisioni importanti sul futuro di una categoria il cui ruolo è notevole nel contesto del movimento femminile.
Due possibili opzioni?
- Passare la Serie B e forse pure la la Serie C (in quanto serbatoi della A professionistica e delle Nazionali) sotto il controllo di una Divisione Calcio Femminile tenuta in vita e rinnovata nei suoi obiettivi. Avremmo così una Divisione Professionistica della Serie A Femminile e una Divisione Calcio Femminile (serie B e serie C).
- Trasferire anche la B, come oggi è già la C, sotto l’ala della LND. Con tutte le conseguenze del caso.
Aspettiamo fiduciosi che le acque si smuovano. Presto, che è tardi!